Che Dio ce la mandi buona!
“Che Dio ce la mandi buona!” è una commedia brillante interpretata con ritmi incalzanti e caratterizzazioni spassose.
È ambientata nell’appartamento dell’ingegnere Giorgio Blasetti e della sua consorte Carla, la quale, non avendo figli, ricerca nella domestica un rapporto che vada oltre la consueta relazione che si instaura con una governante. La ricerca della donna nasce dalla necessità di colmare il vuoto affettivo per la mancanza di figli, oltre che per il rapporto ventennale, di routine, ormai logoro che la lega con il marito. L’uomo, invece, desidererebbe una governante giovane e carina, in grado di soddisfare la sua mascolinità in fase decadente, dovuta agli anni che avanzano e alla sua propensione alle scappatelle.
Il titolo “Che Dio ce la mandi buona!” sta proprio a rappresentare i due punti di vista opposti: l’esclamazione della moglie che spera di trovare una domestica con la quale instaurare un rapporto famigliare, mentre per il marito è la speranza d’avere alle proprie dipendenze una ragazza giovane e “disponibile”, dall’aspetto esteriore accattivante.
La commedia è ricca di un umorismo, mai volgare, basato su un linguaggio adatto ad ogni tipo di età. Ciò nonostante non mancano spunti malinconici, di riflessione, attraverso i quali emergono virtù, limiti e speranze che caratterizzano da sempre gli esseri umani ed il rapporto di coppia.
Scritta, diretta e interpretata da Antonio Ferrero
È ambientata nell’appartamento dell’ingegnere Giorgio Blasetti e della sua consorte Carla, la quale, non avendo figli, ricerca nella domestica un rapporto che vada oltre la consueta relazione che si instaura con una governante. La ricerca della donna nasce dalla necessità di colmare il vuoto affettivo per la mancanza di figli, oltre che per il rapporto ventennale, di routine, ormai logoro che la lega con il marito. L’uomo, invece, desidererebbe una governante giovane e carina, in grado di soddisfare la sua mascolinità in fase decadente, dovuta agli anni che avanzano e alla sua propensione alle scappatelle.
Il titolo “Che Dio ce la mandi buona!” sta proprio a rappresentare i due punti di vista opposti: l’esclamazione della moglie che spera di trovare una domestica con la quale instaurare un rapporto famigliare, mentre per il marito è la speranza d’avere alle proprie dipendenze una ragazza giovane e “disponibile”, dall’aspetto esteriore accattivante.
La commedia è ricca di un umorismo, mai volgare, basato su un linguaggio adatto ad ogni tipo di età. Ciò nonostante non mancano spunti malinconici, di riflessione, attraverso i quali emergono virtù, limiti e speranze che caratterizzano da sempre gli esseri umani ed il rapporto di coppia.
Scritta, diretta e interpretata da Antonio Ferrero
Parlami di mio padre
“Parlami di mio padre” è un dramma che racconta gli ultimi giorni di vita di Patryk Nowak, un batterista jazz di fama internazionale affetto da alcolismo. Un musicista cinquantenne, di origine polacca, vissuto fin da giovane in Italia.
Dopo la separazione dalla prima moglie, Patryk ha instaurato una relazione con Ileana, una giovane entreneuse di origine romena, coetanea di sua figlia Giulia, avuta con l’ex moglie Luciana. Giulia ama il padre in modo viscerale, tanto che ha deciso di vivere con lui e non con la madre, andata a vivere a Roma (dove svolge la professione di avvocato) dopo il divorzio. La ragazza è convinta che Ileana conduca il rapporto con il padre soltanto per interesse e non per amore. Inoltre, per Giulia, il padre è, e sarà, l’unico uomo della sua vita in quanto è omosessuale ed è innamorata di una coreografa di nome Stefania.
Il conflitto tra la giovane amante del padre e la figlia è molto aspro. Si risolverà soltanto dopo la morte di Patryk Nowak, quando Giulia capirà che Ileana amava realmente l’artista.
Antonio Ferrero, autore e regista, essendo stato per molti anni un batterista jazz, interpreta la parte di Patryk Nowak. La peculiarità di questa opera teatrale consiste nell’esibizione, di breve durata, di un quartetto jazz nel quale prenderà parte l’attore-regista, coadiuvato da musicisti professionisti di notevole spessore, conosciuti da molti cultori della musica afro-americana.
Scritta, diretta e interpretata da Antonio Ferrero
Dopo la separazione dalla prima moglie, Patryk ha instaurato una relazione con Ileana, una giovane entreneuse di origine romena, coetanea di sua figlia Giulia, avuta con l’ex moglie Luciana. Giulia ama il padre in modo viscerale, tanto che ha deciso di vivere con lui e non con la madre, andata a vivere a Roma (dove svolge la professione di avvocato) dopo il divorzio. La ragazza è convinta che Ileana conduca il rapporto con il padre soltanto per interesse e non per amore. Inoltre, per Giulia, il padre è, e sarà, l’unico uomo della sua vita in quanto è omosessuale ed è innamorata di una coreografa di nome Stefania.
Il conflitto tra la giovane amante del padre e la figlia è molto aspro. Si risolverà soltanto dopo la morte di Patryk Nowak, quando Giulia capirà che Ileana amava realmente l’artista.
Antonio Ferrero, autore e regista, essendo stato per molti anni un batterista jazz, interpreta la parte di Patryk Nowak. La peculiarità di questa opera teatrale consiste nell’esibizione, di breve durata, di un quartetto jazz nel quale prenderà parte l’attore-regista, coadiuvato da musicisti professionisti di notevole spessore, conosciuti da molti cultori della musica afro-americana.
Scritta, diretta e interpretata da Antonio Ferrero
Goda di Sotto - Un paesino d'Italia
“Goda di Sotto” è una commedia divertente che ha ricevuto, in più occasioni, il caldo applauso del pubblico del Teatro Piccolo Regio di Torino, dove è avvenuto il debutto.
Al centro della scena un bar, quello di “Margherita”, luogo di pettegolezzi ma anche di speranze. Seduti ai tavoli alcuni personaggi del paesino emiliano Goda di Sotto, uno spaccato del popolo italiano: due pensionati (un maresciallo e un impiegato in banca), un salumiere, due signore avanti con gli anni ma giovani dentro e la barista, Margherita, che combatte la crisi economica e ha un sogno nel cassetto.
Tra discussioni e commenti sul presente e sul passato, che spaziano dal calcio alle donne, dalla politica al cinema, si inseriscono due personaggi prorompenti che invadono letteralmente la scena, attirando l’attenzione dei presenti. Il Sindaco, Vitellozzo, in cerca di voti, tra scandali e mazzette, e un’attrice del grande schermo, in città per le riprese di un film sulle case chiuse. Mentre il primo, il politico, suscita un senso di fastidio e battute ironiche nei clienti del bar, la seconda, vestita in maniera provocante, fa nascere sentimenti contrastanti tra i cittadini: i maschietti non riescono a toglierle gli occhi di dosso, le due signore si danno alle critiche, mentre Margherita, improvvisamente, s’illumina di speranza; la sua grande passione, infatti, è la recitazione. Ma una cosa è il cinema, ben altro è il teatro.
Scritta e diretta da Antonio Ferrero
Al centro della scena un bar, quello di “Margherita”, luogo di pettegolezzi ma anche di speranze. Seduti ai tavoli alcuni personaggi del paesino emiliano Goda di Sotto, uno spaccato del popolo italiano: due pensionati (un maresciallo e un impiegato in banca), un salumiere, due signore avanti con gli anni ma giovani dentro e la barista, Margherita, che combatte la crisi economica e ha un sogno nel cassetto.
Tra discussioni e commenti sul presente e sul passato, che spaziano dal calcio alle donne, dalla politica al cinema, si inseriscono due personaggi prorompenti che invadono letteralmente la scena, attirando l’attenzione dei presenti. Il Sindaco, Vitellozzo, in cerca di voti, tra scandali e mazzette, e un’attrice del grande schermo, in città per le riprese di un film sulle case chiuse. Mentre il primo, il politico, suscita un senso di fastidio e battute ironiche nei clienti del bar, la seconda, vestita in maniera provocante, fa nascere sentimenti contrastanti tra i cittadini: i maschietti non riescono a toglierle gli occhi di dosso, le due signore si danno alle critiche, mentre Margherita, improvvisamente, s’illumina di speranza; la sua grande passione, infatti, è la recitazione. Ma una cosa è il cinema, ben altro è il teatro.
Scritta e diretta da Antonio Ferrero
L'arte in soffitta
«L’arte in soffitta» è una commedia brillante dai ritmi incalzanti con un linguaggio mai scurrile adatta ad un pubblico eterogeneo.
Il testo comico è valorizzato dalla capacità dei protagonisti di affrontare una tematica difficile, come quella della mancanza di lavoro, in particolar modo nell’ambito artistico, utilizzando la giusta dose di ironia, un pizzico di humour e una manciata di irriverenza nei confronti del mondo dello spettacolo in un contesto grottesco.
I personaggi, grazie alla loro essenza caricaturale, rendono il testo particolarmente divertente.
La pièce teatrale racconta le vicissitudini di due amiche: Ginevra, un’attrice desiderosa di successo, e Lucrezia, una scenografa in cerca di fortuna, le quali vivono in una modesta soffitta in un quartiere vicino alla Stazione Centrale di Torino.
Le due protagoniste si trovano in una situazione economica difficile a causa della precarietà del loro lavoro; a creare delle nuove aspettative è l’incontro con Carlo Calopresti, un impiegato della FIAT, nuovo vicino di casa, che viene scambiato dalle ragazze per il regista Mimmo Calopresti. L’equivoco crea delle situazioni esilaranti ricche di gag bizzarre. A condire il quadro paradossale è il proprietario della soffitta, Giustino Candelieri, che, nella perenne ricerca di riscuotere l’affitto, s’invaghisce di Ginevra. Particolarmente divertente sarà il finale, quando le protagoniste scopriranno la vera identità del vicino di casa.
Scritta e interpretata da Antonio Ferrero e Tita Giunta, diretta da Antonio Ferrero
Il testo comico è valorizzato dalla capacità dei protagonisti di affrontare una tematica difficile, come quella della mancanza di lavoro, in particolar modo nell’ambito artistico, utilizzando la giusta dose di ironia, un pizzico di humour e una manciata di irriverenza nei confronti del mondo dello spettacolo in un contesto grottesco.
I personaggi, grazie alla loro essenza caricaturale, rendono il testo particolarmente divertente.
La pièce teatrale racconta le vicissitudini di due amiche: Ginevra, un’attrice desiderosa di successo, e Lucrezia, una scenografa in cerca di fortuna, le quali vivono in una modesta soffitta in un quartiere vicino alla Stazione Centrale di Torino.
Le due protagoniste si trovano in una situazione economica difficile a causa della precarietà del loro lavoro; a creare delle nuove aspettative è l’incontro con Carlo Calopresti, un impiegato della FIAT, nuovo vicino di casa, che viene scambiato dalle ragazze per il regista Mimmo Calopresti. L’equivoco crea delle situazioni esilaranti ricche di gag bizzarre. A condire il quadro paradossale è il proprietario della soffitta, Giustino Candelieri, che, nella perenne ricerca di riscuotere l’affitto, s’invaghisce di Ginevra. Particolarmente divertente sarà il finale, quando le protagoniste scopriranno la vera identità del vicino di casa.
Scritta e interpretata da Antonio Ferrero e Tita Giunta, diretta da Antonio Ferrero
La parola ai giurati
Opera teatrale tratta dal film "12 Angry Men" del 1957 diretto da Sidney Lumet, basato sull'omonimo dramma televisivo di Reginald Rose. La storia si svolge interamente in una stanza della giuria, dove dodici giurati devono decidere il destino di un giovane accusato di omicidio. Inizialmente, undici di loro lo ritengono colpevole, ma un solo giurato inizia a mettere in dubbio le prove e a spingere gli altri a riflettere più a fondo. Attraverso accesi dibattiti e tensioni crescenti, la piece teatrale, come nel film, esplora i pregiudizi, la giustizia e il valore del dubbio ragionevole. Considerato un capolavoro del cinema, è noto per la sua regia essenziale e la forte caratterizzazione dei personaggi.
Scritta e diretta da Antonio Ferrero
Scritta e diretta da Antonio Ferrero
Liberi tutti!
Quest'opera è una commedia con elementi di satira sociale e psicologica, ambientata in un manicomio nel lontano 1945. La scena si apre con un gruppo di personaggi eccentrici, tra cui Camilla, Francesco, Amalia, Ombretta, Chiara, Bruna e il Conte Urbano di Castrovilli della Vernaccia, che partecipano a una terapia guidata da una dottoressa.
Il dialogo è vivace e ricco di scambi comici, conflitti e malintesi, con riferimenti a personaggi storici come D'Annunzio. I partecipanti si confrontano con le proprie insicurezze e desideri, mentre il Conte cerca di mantenere la sua nobiltà in un ambiente caotico e disfunzionale. Le dinamiche tra i personaggi evidenziano le loro fragilità e le loro aspirazioni, creando un mix di umorismo e drammaticità.
Man mano che la terapia prosegue, emergono tensioni legate alla guerra e alla follia del tempo, con riferimenti alla realtà italiana del periodo. La commedia culmina in una rivelazione emotiva quando la dottoressa scopre che Francesco potrebbe essere suo figlio, in un colpo di scena che unisce i temi di identità e appartenenza.
In sintesi, l'opera gioca con il confine tra realtà e follia, utilizzando dialoghi frizzanti e situazioni surreali per esplorare le complessità delle relazioni umane in un contesto di crisi, il tutto con un tono ironico e provocatorio.
Scritta e diretta da Antonio Ferrero
Il dialogo è vivace e ricco di scambi comici, conflitti e malintesi, con riferimenti a personaggi storici come D'Annunzio. I partecipanti si confrontano con le proprie insicurezze e desideri, mentre il Conte cerca di mantenere la sua nobiltà in un ambiente caotico e disfunzionale. Le dinamiche tra i personaggi evidenziano le loro fragilità e le loro aspirazioni, creando un mix di umorismo e drammaticità.
Man mano che la terapia prosegue, emergono tensioni legate alla guerra e alla follia del tempo, con riferimenti alla realtà italiana del periodo. La commedia culmina in una rivelazione emotiva quando la dottoressa scopre che Francesco potrebbe essere suo figlio, in un colpo di scena che unisce i temi di identità e appartenenza.
In sintesi, l'opera gioca con il confine tra realtà e follia, utilizzando dialoghi frizzanti e situazioni surreali per esplorare le complessità delle relazioni umane in un contesto di crisi, il tutto con un tono ironico e provocatorio.
Scritta e diretta da Antonio Ferrero
Telefoni & Peccati
“Telefoni & Peccati” è un'opera tratta dal film, diretto da Paolo Genovese, “Perfetti sconosciuti”. La storia si svolge durante una cena tra amici di lunga data, durante la quale decidono di giocare a un "esperimento sociale": tutti posano i propri telefoni sul tavolo e devono condividere ogni messaggio o chiamata ricevuta durante la serata. Quello che inizia come un gioco si trasforma presto in una spirale di rivelazioni inaspettate, segreti nascosti e tensioni che mettono a dura prova le loro relazioni. Anche la pièce teatrale, come il film, esplora i temi della privacy, dell'ipocrisia e della fragilità dei rapporti umani in un'epoca dominata dalla tecnologia.
Scritta e diretta da Antonio Ferrero
Scritta e diretta da Antonio Ferrero
Toc Toc
Commedia esilarante di Laurent Baffie. La storia segue un gruppo di pazienti, tutti affetti da disturbi ossessivo-compulsivi (TOC), che si ritrovano nella sala d'attesa di uno psichiatra rinomato. A causa di un ritardo del medico, i protagonisti sono costretti a interagire tra loro, rivelando manie, ossessioni e ansie in un crescendo di situazioni comiche e surreali. L'opera, attraverso l'umorismo, affronta con leggerezza il tema dei disturbi mentali e della difficoltà di convivere con le proprie ossessioni.
Diretta e interpretata da Antonio Ferrero
Diretta e interpretata da Antonio Ferrero
Mio nipote buddista
La commedia teatrale si svolge in un elegante salotto della famiglia Martini, in un clima di frenesia e confusione in vista del matrimonio di Enrica, la figlia minore. La trama ruota attorno ai preparativi per la cerimonia, mentre i personaggi, tra cui Luigi, Luciana, Roberta e il nipote buddista, Atso, si districano tra equivoci, litigi familiari e situazioni comiche.
Il caos si intensifica quando si scopre che Paolo, il futuro sposo di Enrica, ha deciso di annullare il matrimonio per sposare un'altra donna, creando un mix di emozioni e reazioni esilaranti tra i membri della famiglia. Enrica, ignara della situazione, continua a prepararsi per il matrimonio, mentre gli altri cercano di gestire le conseguenze dell'abbandono.
La commedia esplora temi come la famiglia, le aspettative sociali sul matrimonio, e le complicazioni delle relazioni. Con un tono leggero e ironico, i personaggi affrontano le sfide della vita con umorismo, e la presenza del nipote Atso, il monaco tibetano, aggiunge un tocco di saggezza e spiritualità alle dinamiche familiari.
Con un finale che promette un nuovo inizio e riconciliazioni, la commedia si conclude con una nota positiva, sottolineando l'importanza dell'amore e della comprensione all'interno della famiglia, nonostante le avversità.
Scritta e diretta da Antonio Ferrero
Il caos si intensifica quando si scopre che Paolo, il futuro sposo di Enrica, ha deciso di annullare il matrimonio per sposare un'altra donna, creando un mix di emozioni e reazioni esilaranti tra i membri della famiglia. Enrica, ignara della situazione, continua a prepararsi per il matrimonio, mentre gli altri cercano di gestire le conseguenze dell'abbandono.
La commedia esplora temi come la famiglia, le aspettative sociali sul matrimonio, e le complicazioni delle relazioni. Con un tono leggero e ironico, i personaggi affrontano le sfide della vita con umorismo, e la presenza del nipote Atso, il monaco tibetano, aggiunge un tocco di saggezza e spiritualità alle dinamiche familiari.
Con un finale che promette un nuovo inizio e riconciliazioni, la commedia si conclude con una nota positiva, sottolineando l'importanza dell'amore e della comprensione all'interno della famiglia, nonostante le avversità.
Scritta e diretta da Antonio Ferrero
Teatro e follia
Una commedia vivace e ironica che esplora le dinamiche interpersonali all'interno di una compagnia teatrale in crisi a causa dell'assenza di un attore chiave, Leopoldo.
I personaggi principali, Beatrice, Nicole, Aurora e Mirko, si trovano a dover affrontare la sfida di sostituire Leopoldo e, nel contempo, gestire le proprie relazioni e le tensioni personali.
La trama si sviluppa attraverso situazioni comiche e dialoghi frizzanti, dove le ansie e le insicurezze emergono con forza, in particolare nel rapporto tra Beatrice e Mirko, che sono anche una coppia nella vita. Mentre cercano di trovare un sostituto per Leopoldo, i protagonisti si confrontano con le proprie fragilità, le ambizioni artistiche e le complicazioni amorose, creando un mix di situazioni esilaranti e momenti di introspezione.
Il testo è ricco di battute spiritose, conflitti e fraintendimenti che riflettono le sfide del mondo dello spettacolo, ma anche le difficoltà delle relazioni umane. La commedia si conclude con un riconoscimento dell'importanza dell'amicizia e dell'amore, mentre i personaggi si rendono conto che, nonostante le loro follie e i loro errori, il legame che li unisce rimane fondamentale.
Scritta e diretta da Antonio Ferrero
I personaggi principali, Beatrice, Nicole, Aurora e Mirko, si trovano a dover affrontare la sfida di sostituire Leopoldo e, nel contempo, gestire le proprie relazioni e le tensioni personali.
La trama si sviluppa attraverso situazioni comiche e dialoghi frizzanti, dove le ansie e le insicurezze emergono con forza, in particolare nel rapporto tra Beatrice e Mirko, che sono anche una coppia nella vita. Mentre cercano di trovare un sostituto per Leopoldo, i protagonisti si confrontano con le proprie fragilità, le ambizioni artistiche e le complicazioni amorose, creando un mix di situazioni esilaranti e momenti di introspezione.
Il testo è ricco di battute spiritose, conflitti e fraintendimenti che riflettono le sfide del mondo dello spettacolo, ma anche le difficoltà delle relazioni umane. La commedia si conclude con un riconoscimento dell'importanza dell'amicizia e dell'amore, mentre i personaggi si rendono conto che, nonostante le loro follie e i loro errori, il legame che li unisce rimane fondamentale.
Scritta e diretta da Antonio Ferrero
